Sito ufficiale Fondazione Finucci

HomeLo Stato delle Isole di Plastica

Lo Stato delle Isole di Plastica

11 aprile 2013 Maison UNESCO dichiara lo Stato Federale del GARBAGE PATCH

Il Governo dello Stato di Plastica

I nostri Ministri

Presto on-line

Presto on-line

 

Presto on-line
Presto on-line
Presto on-line
Presto on-line

Il primo stato più
grande del mondo

0
KM² DI RIFIUTI DI PLASTICA

Superficie Unione Europea

0
km²

Superficie Stati Uniti

0
km²

Le Domande più frequenti

Cos’è il Garbage Patch?
Il Garbage Patch, le cosiddette “isole” formate dalla plastica abbandonata dagli uomini e dispersa negli oceani, sono immensi agglomerati di rifiuti.
Perché questo fenomeno è così sottovalutato?
La ragione per cui questo enorme problema ambientale non è conosciuto quanto dovrebbe risiede nel fatto che la maggior parte non si vede ad occhio nudo.
Perché non si vede?
La maggior parte della plastica presente negli oceani è di dimensione microscopica perché con il tempo e con l’azione del sole gli oggetti si frammentano in piccoli pezzettini detti microplastica che si confondono nell’acqua e si vedono poco. Altre microplastiche sono quelle che sono rilasciate dal lavaggio di indumenti sintetici. Sono migliaia di filamenti che si liberano nell’acqua durante il risciacquo e la centrifuga. Ma quelle che si vedono ancora di meno sono le cosiddette nanoplastiche che le aziende di cosmetici mettono appositamente nelle creme e altri prodotti per renderli più soffici. Le nanoplastiche hanno la consistenza del borotalco, sono impalpabili. Non si vedono, ma restano nell’ambiente centinaia di anni.
Da dove arriva la plastica che si trova in mare?
La plastica arriva principalmente dai fiumi che sono delle vere e proprie “autostrade” per i rifiuti che non vengono riciclati. Si stima che dalle 8 alle 11 tonnellate di plastica all’anno si riversino nel mare dai fiumi.
Quali sono I danni all’ecosistema?

I pesci e anche gli uccelli marini scambiano per cibo queste particelle ingolfando il tubo digerente mentre quelle più microscopiche vengono trattenute nei loro tessuti. Inoltre i sacchetti di plastica e altri oggetti li intrappolano e li soffocano. L’esempio più evidente sono le tartarughe marine avviluppate nella plastica di cui tutti noi abbiamo visto le immagini.

Di chi è la colpa?
Dietro ogni frammento di plastica negli oceani c’è il gesto di una persona che la ha abbandonata nell’ambiente. Quando usiamo un bicchierino, una posata o una cannuccia e subito dopo li gettiamo via, ci siamo mai chiesti dov’è via? Questa plastica lasciata per terra va poi ad inquinare terra e mare.
La plastica può essere rimossa?

Nonostante ci siano stati molti progetti per ripulire il mare, purtroppo il problema delle micro e nano plastiche è ancora irrisolto a causa della difficoltà di raccoglierle senza danneggiare i micro organismi e causare un danno ancora più grande all’ecosistema.

Che cosa si può fare?
Gli Stati possono fare molto in termini di leggi e di azioni. Noi possiamo far sentire la nostra voce in maniera da sollecitare la promulgazione di queste leggi, inoltre da consumatori dobbiamo sia evitare di acquistare oggetti di plastica monouso non indispensabili, sia di consumare prodotti per l’igiene personale che contengano microplastica. Anche i Comuni possono essere sensibilizzati affinché adottino delle efficaci misure di riciclo dei rifiuti. Insomma, dobbiamo far sentire la nostra voce sia da cittadini sia da consumatori.
Andrebbe abolita la plastica?

Per cominciare senza demonizzarla, almeno bisognerebbe farne un uso corretto.

Il problema è solo la plastica?
La plastica non è la sola, sebbene sia la più grande, causa di inquinamento dei mari, ci sono gli olii (qui ci vorrebbe l’immagine di una persona che scola l’olio del tonno nel lavello di cucina), i farmaci, gli ormoni ecc.
Cosa Puoi Fare?

Aiutiamo
il Nostro
Pianeta

Close